Cinque etichette per le cinque Donne Fittipaldi

Maria Fittipaldi Menarini, insieme alle sue quattro figlie: Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, il cuore dell’azienda Donne Fittipaldi e l’enologo Emiliano Falsini, hanno deciso di creare un vino con una forte personalità, ispirato alla viticoltura primordiale, reinterpretandola.

Nasce“5”, la nuova etichetta di Donne Fittipaldi,il primo vino “Ancestrale” di Bolgheri, un territorio in cui fino ad ora nessuno aveva osato spumantizzare. Donne Fittipaldi è un’azienda dove il lavoro non è mai scontato e non ci si accontenta di viaggiare su binari stabiliti. “5” esprime perfettamente la voglia di scoprire nuove strade. 

«Questo magnifico territorio è per noi fonte inesauribile di stimoli. Ogni anno che passa, ci sentiamo sempre più in sintonia e desiderose di interpretare quello che percepiamo, con una nostra modalità espressiva», spiega Maria Fittipaldi Menarini.

“5” è un rosato, da uve Malbec, rifermentato naturalmente in bottiglia (senza aggiunta di zuccheri), leggermente “petillant”. Questo vitigno è stato scelto perché ha la prerogativa di mantenere bene l’acidità.

Non è un caso che esca con l’annata 2018, un’annata fresca, che ha presentato tutte le caratteristiche ideali per essere raccontata e valorizzata con il metodo ancestrale. 

Le uve sono raccolte manualmente, alla fine di agosto, quando il grado zuccherino è ancora basso, questo permette di avere una gradazione alcolica modesta, che consente una seconda fermentazione. La vendemmia anticipata assicura al vino una buona acidità naturale e una piacevole freschezza, indispensabile per la tipologia.

 

“5” in produzione

Una volta imbottigliato e riportato a sedici gradi centigradi, lo zucchero rimasto consentirà, insieme ai lieviti che sono presenti, una seconda fermentazione, sviluppando anidride carbonica che resterà imprigionata nella bottiglia. 

Una volta raccolte le uve, si sottopongono ad una lieve pressatura. Il mosto viene illimpidito attraverso la semplice decantazione a freddo per due giornie parzialmente fermentato ad una temperatura controllata di circa sedici gradi, fino ad avere un grado alcolico di circa nove gradi ed un residuo zuccherino volto a garantire una seconda fermentazione.

  Il metodo Ancestrale permette al vino di evolversi nel tempo e gli conferisce una spiccata complessità organolettica e una grande personalità.

“5” non viene sboccato, quindi resta torbido e si apprezzano al naso sentori di crosta di pane, dovuti alla presenza dei lieviti, oltre a note floreali e fruttate.

Mentre nel Metodo Classico e quello Charmat, la base di partenza è un vino secco, al quale è aggiunto dello zucchero. In questo caso si segue la procedura del metodo classico di rifermentazione in bottiglia, partendo però da un vino nel quale si mantiene un certo grado zuccherino.

“5” mostra un altro volto di Bolgheri, altrettanto seducente e carismatico. E’ una voce che esce dal coro. Ascoltando attentamente, si intercettano nuovi linguaggi svelando lati di un territorio inesplorati e ancora in grado di stupire.